Informazioni
Informazioni principali sul sentiero
Come raggiungere il sentiero
da p.za S.Leone a Gragnano, salendo verso Lettere, prima strada a destra verso Caprile, raggiungere piazza Caprile nell'omonima frazione e parcheggiare.Toponimi del percorso
Caprile di Gragnano (212), Incrocio 345 Butto dell'Acqua (400)Punti di rifornimento idrico
Caprile Butto dell'AcquaDescrizione
Da Piazza Caprile nell’omonima frazione di Gragnano, si sale una ripida rampa imboccando Via serbatoio dei mulini e si segue il tracciato dell’acquedotto. Si incontrano i resti di un antico acquedotto medievale e si prosegue fino ad incontrare dei casotti dell’acquedotto (bottini di presa) che ancora oggi serve la città di Gragnano.
Si resta quasi sempre alla stessa quota con il vallone alla propria destra. In prossimità di un bivio, si prende la traccia in discesa sulla destra che, oltrepassando un altro bottino, permette di guadare il ruscello (con qualche difficoltà nei periodi di piena).
Passati sull’altro versante dellla valle e si prosegue in salita in fitto bosco mesofilo fino ad incontrare il sentiero 345 che sale dalla frazione di Aurano.
Ambiente
Dal punto di vista geologico rimarchevole è la presenza del “durece”: sono dei depositi vulcanici generati dall’eruzione vesuvina del 79 d.C.; depositi che spesso si compongono di una parte inferiore strutturata in grossi banchi ed una parte superiore che risulta invece composta di sottili strati e lamine.
La parte inferiore, di colore grigiastro, ha un aspetto tanto tipico che, fin da tempi remoti (forse medioevali), i locali li hanno riconosciuti come diversi dalle altre formazioni piroclastiche presenti in zona e li hanno “battezzati” con un nome proprio: il durece.
Come suggerisce il nome stesso, si tratta di un deposito alquanto cementato che spesso si presenta con la consistenza di un tufo. In esso le pomici e le ceneri vulcaniche della eruzione del 79 d.C., originariamente depostesi come due strati distinti sui rilievi, si presentano intimamente mischiate.
fonte: Gli effetti dell’eruzione vesuviana del 79 d.C. sui Monti Lattari del prof.Aldo Cinque
Cultura
Il nome Botto dell’acqua è improprio, nella nostra carta dei sentieri dei monti Lattari lo abbiamo sostituito con il maggiormente appropriato: “Butto dell’acqua”.
Infatti nella legenda alla più antica e organica mappa del territorio di Gragnano, la cosiddetta “mappa chiroga” compilata nel 1784 è riportato quanto segue:
“DESCRIZIONE DELLA PIANTA PER IL TRATTO CHE PASSA DALLE SORGENTI LE BOLLE ALLA CADUTA DEL P.MO MOLINO” Situazione, in cui al presente, sorgono le Acque dette le Bolle, e che tripartitamente scaturiscono sotto di uno Scoglio, che interseca l’Alveo del Rivo, quali Acque sotto il Nome detto l’Imbuto furono comprate circa l’anno 1588 da…”
(sta in: Camardo, Domenico – Notomista, Mario: “Dalla valle dei Molini alla città della pasta” 2013, Centro di Cultura Amalfitana)
Qualche anno dopo, nel foglio n. 14 del ben più noto “Atlante geografico del regno di Napoli” di Giovanni Antonio Rizzi-Zannoni edito nel 1794, con il nome di Acqua dell’Imbuto viene indicato tutto il corso d’acqua proveniente da Gragnano che, passando per la zona del ponte di San Marco andava (allora come oggi) quindi a sfociare sul litorale di Castellammare.
Una possibile ipotesi per la spiegazione del toponimo potrebbe derivare dalla contrazione dell’antico termine Imbuto (‘mbuto) e quindi ‘mbuto ‘e ‘ll’acqua da cui butt’ ‘e ‘ll’acqua.
Successivamente, con la compilazione delle carte catastali dovuta per lo più ad operatori non locali ma legati al governo centrale del nuovo Regno d’Italia e quindi poco avvezzi col gergo dialettale, l’antico toponimo imbuto dell’acqua è stato identificato come Botto dell’acqua (con la variazione ‘mbuto/butto/botto) probabilmente con riferimento alla presenza dei predetti Bottini (bottini/botto) ed è questo il toponimo che risulta dalla più recente carta IGM.
fonte:https://suisentierideilattari.weebly.com/le-cinque-grotte-del-botto-dellacqua-di-gragnano.html
3 commenti
Suggestivo ma occhio ai bivi
Partendo da Caprile, semplice e ben battuto fino all’incrocio con il sentiero 345, da cui ci sono diversi bivi che portano a posti invalicabili. Per tornare indietro dall’altro versante del ruscello bisogna trovare un sentiero quasi nascosto che si trova subito prima di una piattaforma di cemento che sovrasta il fiumiciattolo
Semplice da fare e ben visibile
Semplice da fare e ben visibile.
In alcuni punti c’è anche una discreta vista del Monte Faito e del Monte Pendolo.
Bellissimo
In semplice sentiero da fare tutto l’anno , nel periodo invernale si apprezzano diverse cascate.